Di gente
strana, in rete come nella vita, se ne incontra davvero tanta. Di gente che fa
cose insensate, ancor di più. Purtroppo, quando si agisce di impulso, non si
mettono in conto le conseguenze delle proprie azioni e, cosa ancora più grave
quando si tratta di azioni digitali, non si offre la dovuta considerazione al
potere dei social media.
Così può
capitare che un normale venerdì di inizio maggio si trasformi in una giornata
da incubo per uno degli utenti di Twitter.
Andiamo con
ordine sperando di raccontare il tutto con la massima chiarezza possibile.
Luigi
Palamara (@MNewsIT), giornalista (o pseudo-tale, dato che in rete si trova
questo documento risalente a circa un anno fa. Ad ogni modo il Palamara indica
sul suo sito il proprio numero di tessera dell’ordine quindi, non potendo
verificare sul (pessimo) sito dell’odg calabrese, mi fido della sua parola
anche se sa tanto di excusatio non petita) calabrese, scopre la presenza sul
popolare sito di microblogging del famosissimo – e seguitissimo – account di
Dio e decide di richiederne la rimozione al grido di “Non nominare il nome di
Dio invano".
Il nostro, però, non immagina minimamente a cosa sta andando incontro perché, in seguito al
RT della sua richiesta da parte del blasfemo @lddio, parte degli oltre 127 mila
followers dello stesso iniziano a far, giustamente, notare la “stranezza” (per
non dire idiozia) della richiesta.
Il Palamara
offeso inizia a ribattere in modo abbastanza piccato a tutti, utilizzando anche
degli appellativi poco simpatici, ottenendo risposte che vanno per le rime. E
qui il colpo di genio: aggiornamento dell’articolo iniziale su cui annunciava
la sua crociata, con una versione tutta sua dei fatti in cui denuncia la “scostumatezza,
pochezza e mediocrità che hanno invaso la sua bacheca virtuale di Twitter”.
Caro
Palamara, da calabrese a calabrese, io spero vivamente che la tua sia solo una
trollata (in questo caso, chapeau), perché, nel caso in cui il tuo fosse un
maldestro tentativo di farsi pubblicità, il risultato è stato veramente
pessimo. Se nessuna di queste due ipotesi fosse azzeccata e la tua lotta fosse
reale e sentita, ti invito ad occuparti dei tanti problemi della Calabria, che
ha bisogno di giornalisti coraggiosi e senza peli sulla lingua, caratteristiche
che a te, di sicuro, non mancano.
P.S. La
segnalazione effettuata, tra l’altro, potrebbe anche essere errata, poiché nel
tweet in cui essa viene annunciata, la mention è per @iddio – account realmente
sospeso – e non per @lddio.
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