domenica 21 marzo 2010

The fantastic world of random chat

Il concetto è molto semplice, oserei dire banale, talmente tanto che finora nessuno ci aveva pensato, fino all'arrivo di un giovane russo che lo ha realizzato, creando la sua fortuna. Sto parlando della “random chat” – se così posso definirla – e cioè la possibilità di parlare con perfetti sconosciuti che magari si trovano dall'altra parte del globo.

Molti di voi avranno già capito di cosa sto parlando: Chatroulette, la creazione del 17enne Andrey Ternovskiv.

Chatroulette consente di avviare una videochat (e proprio qui sta la novità), senza bisogno di registrarsi, senza fornire, quindi, i propri dati personali, con uno sconosciuto che è online nello stesso momento, consentendo di cambiare “partner” con un semplice click. Il servizio ha ottenuto un rapido successo e in rete le notizie che lo riguardano rimbalzano da un blog all'altro! Inoltre, è il sesto risultato offerto da Google alla ricerca della semplice parola “chat”.

E allora, dopo aver letto qualcosa, ho deciso anche io di provare questa novità...

Apro chatroulette con una certa curiosità, aspetto di vedere la faccia che apparirà nella finestra posizionata in alto a sinistra dello schermo, pochi secondi ed eccomi in un mondo fatto da più di 20.000 sconosciuti connessi nello stesso istante, almeno stando a quanto afferma il sito stesso nella schermata principale.

Basta cambiare pochi contatti per capire che la grande occasione è sprecata dal 90% degli utenti: per riuscire a scambiare qualche parola occorre sorbirsi una sequela di rifiuti, e segnalare, attraverso l'opzione “report”, altrettanti pervertiti che anziché inquadrarsi il viso, preferiscono mostrare il proprio organo sessuale (inutile specificare che sono TUTTI di sesso maschile).

Al di là della tristezza – non mi viene in mente nessun altro aggettivo – di tutto ciò, ci sono delle note positive, derivanti dalla simpatia e dall'estro di alcuni utenti: usando chatroulette è possibile ascoltare musica live suonata da un gruppo di ragazzi, parlare con qualcuno mascherato in modo abbastanza sommario o vestito e truccato di tutto punto per assomigliare ad un personaggio storico o cinematografico, c'è qualcuno ubriaco, altri si trovano in luoghi pubblici, ci sono le comitive, giovani e meno giovani, insomma l'eterogeneità degli utenti è molto elevata e non sai mai chi, o che cosa, sta per apparire nel piccolo riquadro.
Queste buffe iniziative, e le reazioni provocate in chi osserva l'immagine, sono oggetto di numerose quanto divertenti gallery sparse nel web.

Insomma, in fin dei conti, il voto per chatroulette è positivo, del resto, se così non fosse, non avrebbe certo ottenuto l'attenzione di Digital Sky Technologies – la compagnia russa che tempo fa investì 400 milioni di dollari su facebook – che ha fatto un'offerta al giovane moscovita per acquisire una parte della proprietà della sua creazione.

Proprio utilizzando chatroulette, sono venuto a conoscenza dell'esistenza di un altro servizio del tutto simile: Omegle. Lanciato a marzo dello scorso anno da Leif K-Brooks, un 18enne statunitense, il servizio è del tutto simile a quello offerto da chatroulette: non è prevista l'installazione di alcun programma, la chat non è suddivisa in stanze dedicate ad argomenti particolari, è possibile cambiare rapidamente il proprio interlocutore, e non necessita alcuna registrazione.

Seppur precedente rispetto all'omologo russo, il servizio americano, sulla scia del rapido successo ottenuto da chatroulette, dal 14 marzo ha implementato possibilità, fino ad allora assente, di visualizzare la propria immagine tramite l'utilizzo di una webcam.

La sfida è dunque lanciata, riuscirà questo nuovo fenomeno della rete a riscuotere un adeguato successo e fare così la fortuna dei propri creatori? Io credo proprio di si!

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