sabato 11 giugno 2011

Alfin siam giunti


Oggi è il giorno del silenzio.
Le ultime ore prima dell'apertura dei seggi.
Ci siamo, finalmente.
Le lunghe settimane di attesa stanno per terminare e io non vedo l'ora di conoscere il risultato di questi referendum. Non vedo l'ora di sapere quanta gente ha colto il messaggio della campagna elettorale portata avanti da migliaia di cittadini in tutto il Paese.
Cittadini che si sono impegnati per sopperire alla colpevole e voluta mancanza di informazione da parte degli organi di stampa, delle TV. Delle reti di stato asservite ad un Governo che ha tentato di far saltare le consultazioni referendarie con ogni mezzo lecito e illecito.
Ma l'argomento è già stato affrontato da molti, anche dal sottoscritto, e... Paganini non ripete.
Sono state spiegate le motivazioni che dovrebbero spingere ogni italiano a votare per bloccare il nucleare, per opporsi alla privatizzazione dell'acqua e per difendere l'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge. E allora cosa è rimasto da dire? Ben poco, per la verità.
Questo mio ultimo, accorato, appello al voto vuol fare solo un piccolo passo in più.
Vorrei sottolineare il valore del referendum. Sia chiaro, del referendum come strumento di espressione della volontà popolare e non di questo referendum specifico. Perché è vero che dal 1995 non si raggiunge il quorum, ma è altresì vero che in passato i referendum hanno segnato la storia del nostro Stato.
Senza scomodare il primo e più importante quesito riguardante la scelta fra monarchia e Repubblica, è doveroso ricordare che è grazie ai referendum se leggi su argomenti importanti come il divorzio e l'aborto sono oggi realtà.
Credo che lo spirito che spinse gli italiani a votare in quelle occasioni sia ancora vivo e, soprattutto, credo che l'importanza del voto di domani sia simile, se non superiore, a quella delle chiamate precedenti.
Chiudo con due citazioni. Non vorrei farlo perché oggi, complice un certo social network dalle facce sfogliabili, riportare frasi celebri è divenuto sport nazionale, però, il concetto che vorrei comunicarvi è stato espresso in modo così preciso da due personaggi politici che hanno segnato la storia dell'umanità, che non posso esimermi dall'utilizzare le loro parole.
La prima frase è del Mahatma Gandhi, e recita: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
La seconda è tratta dal discorso di giuramento tenuto da uno dei più grandi statisti che il mondo abbia conosciuto. Nel gennaio del 1961, esortando i cittadini a divenire parte attiva della società, John F. Kennedy disse: “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”.

Il 12 e 13 giugno votate 4 SI. Non perché ve lo dico io, né perché ve lo chiede questo o quel partito. Non fatelo per un'ideologia. Non votate contro qualcosa o qualcuno.
Votate 4 SI perché è giusto farlo. Perché si tratta del vostro, anzi, del nostro futuro. Della nostra vita.  

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