Maggio 2012 è mese di ricorrenze.
Tragiche. Tre giorni fa giornali, forum e social networks sono stati
invasi da post, immagini, pensieri, articoli in memoria di Giovanni
Falcone.
Il 23 maggio del 1992 la mafia faceva
saltare un pezzo dell'autostrada A29 nei pressi dello svincolo di
Capaci. Per essere sicuri della riuscita dell'attentato venne
imbottita di tritolo, 500 kg, una galleria scavata sotto
l'autostrada. Persero la vita il Giudice Falcone, sua moglie
Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Rocco Dicillo, Antonio
Montinaro e Vito Schifani.
Falcone e Borsellino. Foto: T. Gentile |
Il nome di Falcone rimane
indissolubilmente legato a quello del Giudice Paolo Borsellino,
ucciso il 19 luglio dello stesso anno.
Falcone e Borsellino, insieme, come
nella famosa foto scattata dal reporter Tony Gentile. Un capitolo di
storia italiana. Del tutto simile a quello rappresentato dal
commissario Luigi Calabresi. Medaglia d'oro al merito civile. Alla
memoria. Assassinato il 17 maggio del 1972.
Vent'anni prima della strage di Capaci.
Altra storia, altri luoghi, altre facce.
O forse no?
Luigi Calabresi. Fonte: Wikipedia |
Calabresi come Falcone e Borsellino.
Uomini di stato che hanno lottato contro lo stato, o almeno una parte
di esso. Una parte deviata delle istituzioni che è sempre stata
presente nel nostro paese. L'Italia è uno Stato giovane, una
democrazia che lo è ancor di più. Dalla fine del ventennio ad oggi
non sono trascorsi neanche 70 anni. Meno di un secolo durante il
quale la nostra nazione ha subito una interminabile deriva
democratica che ci ha portati più volte sull'orlo di golpe violenti
e meno.
Gli anni di piombo e quelli delle
stragi mafiose. Distanti nel tempo e nello spazio ma vicinissimi
nella trama, tessuta dalle eminenze grige che gli italiani sentono
nell'aria ma non hanno mai visto in faccia.
Calabresi, Falcone e Borsellino. Eroi
oggi. Diffamati quando erano in vita.
Calabresi, Falcone e Borsellino. Non in
ordine alfabetico, né, tantomeno, d'importanza. Nell'ordine in cui
sono stati vilmente strappati alla vita.
1972... 1992... 2012. Ancora Maggio. Il
nostro paese si interroga su un ordigno che ha provocato una vittima
di fronte ad una scuola di Brindisi. L'Istituto Morvillo Falcone.
Mafia? O terrorismo come quello, pare, che ha portato alla gambizzazione di
un dirigente dell'Ansaldo Nucleare a Genova qualche giorno prima?
Nuovi luoghi, nuove facce, stessa apprensione. Corsi e ricorsi storici direbbe Giambattista
Vico.
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