martedì 23 ottobre 2012

L'Aquila e la giustizia assurda


Sei anni per aver dato ai residenti avvertimenti insufficienti sul rischio sismico. Questa la sentenza emessa ieri ai danni dei membri della Commissione Grandi Rischi Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo de Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi. Omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, ha stabilito il giudice Marco Billi per i 7 imputati. 

Spero che questa sentenza venga ribaltata in appello perché altrimenti ci troveremmo di fronte ad un terribile spartiacque nel rapporto tra scienza e Stato. E potremmo avviarci verso una condizione del tutto opposta, simile a quanto, secondo molti, accade nel mondo medico, in cui molti dottori, per evitare azioni legali da parte dei pazienti, eccedono nella prescrizione di esami clinici e farmaci. Immaginate uno scienziato che dovrà operare nel delicato settore sismologico, fatto di incertezze scientifiche e assoluta impossibilità di predizione: sapendo di rischiare così tanto, quanti segnali “allarmanti” potrebbe volutamente sopravvalutare per non incappare nello stesso destino dei suoi colleghi? 
L’assurdità di questa sentenza è ancora maggiore se pensiamo a quanto i cittadini si lamentino di allarmi, ingiustificati o meno lo lascio decidere ad altri, ad esempio, sulle varie influenze stagionali. Avvertimenti fatti sulla base di procedimenti previsionali del tutto simili a quello condannato dal giudice Billi. 
Da USA e Giappone, intanto, oggi sono arrivati i primi commenti sconcertati che possiamo riassumere con la polemica quanto azzeccata chiusura del comunicato dell’American Geophysical Union: “Ciò arriva dalla terra natale di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai”.

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