sabato 16 febbraio 2013

Solo in Italia


La campagna elettorale. Che splendido periodo. Gente che si riavvicina alla politica e politici che si riavvicinano alla gente. Progetti concreti che prendono forma. Problemi che vengono affrontati, discussi. Volontari instancabili che lavorano giorno e notte mossi dalla passione.
Questo almeno è quanto succede in un paese “normale”. 
Noi, invece, assistiamo impotenti al triste spettacolo messo in piedi dai politicanti che annaspano, nel marasma generale, alla ricerca di chi possa traghettarli verso il porto sicuro di una nuova legislatura.
Nessun candidato premier fa bagni di folla. Nessuna foto, in stile USA, di pretendenti al ruolo di guida del paese che stringono mani per strada. Niente comizi, ad eccezion fatta per Grillo, il quale riempie le piazze di gente felice di assistere ad uno spettacolo comico gratuito.
Programmi misconosciuti, annunci roboanti, promesse che saranno puntualmente disattese. Tutto in un grande calderone, a creare una surreale atmosfera di impotenza degli elettori proprio nel momento in cui questi dovrebbero avere il maggior peso nella decisione del futuro dello Stato. Solo in Italia.

Solo in Italia ci sono 215 partiti. Pronti a contendersi le preferenze buttando fumo negli occhi di un elettorato esasperato dalla crisi economica, ma che non ha la piena consapevolezza di quanto fragile sia il futuro del Belpaese e quanto labile sia il confine tra una ripresa economica, seppur dura e difficile, e il baratro.  Perché sono convinto di questo? Perché è l’unica spiegazione possibile alla resurrezione di Silvio Berlusconi. Perché solo in Italia un leader politico potrebbe tornare in auge così prepotentemente senza risentire degli innumerevoli scandali che avrebbero dovuto distruggere la sua credibilità. E, invece, eccolo qui: ha spazzato via le primarie del PDL, ridimensionato il ruolo di Angelino Alfano (semmai ne avesse avuto uno), ricucito l’alleanza con la nuova (?) Lega di Maroni e avviato un bombardamento mediatico fatto di dichiarazioni a 360° e di incredibili, nell’era dell’informazione, smentite quotidiane che gli hanno permesso di colmare il gap col PD.

Già, il PD. Solo in Italia Bersani può battere Renzi alle primarie. Il vecchio che sconfigge il nuovo. Uno che fa politica dal 1980 riesce a sorpassare il Sindaco di Firenze, accusato da molti di essere troppo “di destra”. Ma, tralasciando questo piccolo particolare, in quale altra democrazia del pianeta un partito politico può passare indenne uno scandalo come quello del Monte dei Paschi di Siena e non essere completamente spazzato via?

Tra le due coalizioni si pone Monti. Chiamato a presiedere il Governo tecnico circa un anno fa, sostenuto prima e lusingato poi da Berlusconi, designato a successore di Napolitano per il Colle e, infine, finito anch'egli nell'agone elettorale a fianco a Fini e Casini e col supporto di Montezemolo. Sia chiaro, io credo sia proprio Monti ciò di cui l’Italia ha bisogno in questo momento (e i motivi sono sempre questi), ma è impossibile non criticare la coalizione che lo sostiene, piena di contraddizioni, di riciclati, di vecchiume politico che certo bene non fanno all'immagine del Professore.

Il Movimento 5 Stelle è la vera novità nel panorama politico nazionale, ma più passa il tempo e meno sono convinto dai seguaci di Grillo. Un’orda di delusi dai vecchi partiti, tutti modellati con uno stampino, pronti a ripetere pedissequamente le direttive del parolaio genovese, abile comunicatore che ha infarcito la sua campagna di neologismi canzonatori e, seppur meritevole di aver risvegliato molte coscienze, pur sempre colpevole di aver creato un mostro che, con le sue epurazioni di dissidenti e rifiuto dei confronti, troppo si avvicina all'opposto di un vero movimento democratico.

Infine, Giannino e Ingroia. Il primo portatore sì di buone proposte in campo economico, ma oscurato dall'incubo del "voto utile" e il secondo che, ponendosi all'estrema sinistra di tutti gli altri candidati, ha fornito un assist terribile a Berlusconi, rappresentando l’esempio concreto della famigerata magistratura comunista richiamata dal cavaliere ad ogni apparizione pubblica. Insieme difficilmente raggiungeranno quota 10%.
Fortunatamente tutto questo sta per finire.
O no?

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