Sei anni
per aver dato ai residenti avvertimenti insufficienti sul rischio sismico. Questa
la sentenza emessa ieri ai danni dei membri della Commissione Grandi Rischi
Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo de Bernardinis, Giulio
Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi. Omicidio colposo plurimo e lesioni
colpose, ha stabilito il giudice Marco Billi per i 7 imputati.
Spero che questa
sentenza venga ribaltata in appello perché altrimenti ci troveremmo di fronte
ad un terribile spartiacque nel rapporto tra scienza e Stato. E potremmo
avviarci verso una condizione del tutto opposta, simile a quanto, secondo
molti, accade nel mondo medico, in cui molti dottori, per evitare azioni legali
da parte dei pazienti, eccedono nella prescrizione di esami clinici e farmaci. Immaginate
uno scienziato che dovrà operare nel delicato settore sismologico, fatto di
incertezze scientifiche e assoluta impossibilità di predizione: sapendo di
rischiare così tanto, quanti segnali “allarmanti” potrebbe volutamente
sopravvalutare per non incappare nello stesso destino dei suoi colleghi?
L’assurdità
di questa sentenza è ancora maggiore se pensiamo a quanto i cittadini si
lamentino di allarmi, ingiustificati o meno lo lascio decidere ad altri, ad
esempio, sulle varie influenze stagionali. Avvertimenti fatti sulla base di
procedimenti previsionali del tutto simili a quello condannato dal giudice
Billi.
Da USA e Giappone, intanto, oggi sono arrivati i primi commenti
sconcertati che possiamo riassumere con la polemica quanto azzeccata chiusura
del comunicato dell’American Geophysical Union: “Ciò arriva dalla terra natale
di Galileo. Crediamo che alcune cose non cambieranno mai”.
Nessun commento:
Posta un commento