Approvata nella notte la risoluzione ONU che da il via libera all'applicazione della NO FLY ZONE sulla Libia e a tutti gli interventi necessari alla protezione dei civili. Con molta probabilità, nonostante l'appello del vice ministro degli Esteri Libico affinché il nostro paese si tenga fuori, saranno le basi del sud Italia a fornire l'appoggio necessario ai caccia che saranno impegnati nell'operazione.
Francia e Gran Bretagna sono propense ad un intervento immediato, appoggiate dal Canada. La Germania si è tirata fuori, mentre, come al solito, la posizione italiana non è stata ancora definita con precisione.
Con un po' ritardo, quindi, alla fine è arrivata una decisione delle Nazioni Unite su quanto sta accadendo nel regno del Colonnello Gheddafi.
In questi giorni l'attenzione di tutto il mondo si era spostata in Giappone, per seguire le conseguenze del terribile terremoto che ha colpito il paese, in particolare, l'evoluzione della situazione nella centrale di Fukushima, che rischia di provocare un'ecatombe.
Nonostante la battaglia libica non fosse più sulle primissime pagine dei giornali, però, gli scontri sono proseguiti e la comunità internazionale non ha potuto tenere gli occhi chiusi. Il rischio è che la Libia si trasformi in una Somalia 2. Il fallimento delle missioni UNOSOM (United Nations Operation in Somalia) I e II è certificata dai libri di storia e il ricordo della tristemente famosa battaglia di Mogadiscio, raccontata anche nel film Black Hawk Down, è vivo negli occhi di milioni di persone.
I ribelli di Bengasi hanno esultato alla notizia, noi non possiamo far altro che attendere ulteriori sviluppi.
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