Utenti dei social networks, inviatori e ricevitori di sms, lettori di mail e frequentatori di forum, tutta gente che ogni giorno... uccide la lingua italiana.
A dire il vero la nostra lingua non è mai stata in ottima salute, gli errori tra i banchi di scuola hanno sempre minato la sua integrità, sono stati scritti libri (ironia della sorte) riportanti raccolte di strafalcioni dovuti all'inosservanza delle sue innumerevoli regole grammaticali ma, da quando i telefoni cellulari hanno avuto il loro boom e gli sms sono divenuti uno dei principali mezzi di comunicazione, soprattutto fra i giovani, l'italiano è definitivamente entrato in coma.
Tuttavia, per circa un decennio, le speranze di salvarlo erano ancora vive in molti di noi, fino a quando internet non ha dato il colpo di grazia alla nostra lingua: quella che può essere definita la più importante scoperta tecnologica della storia, ha da tempo smesso i panni di contenitore di informazioni e abbandonato la sua immensa utilità, prendendo via via le sembianze di piazza virtuale dove l'unica, inutile, attività svolta dagli utenti è il fancazzismo continuato.
Il tempo non ha certo aiutato il processo, favorendo due fenomeni inversamente proporzionali fra loro quali la diminuzione dell'età media degli internauti parallelamente all'aumento di quella che potremmo definire “ignoranza media”. E così siamo arrivati all'inesorabile proliferazione di K al posto di CH, XKÈ, e la X che cambia significando passando da “per” a “ss” per scrivere, ad esempio, un incomprensibile “BLLXM”. Ma al di là delle espressioni da codice fiscale adottate dagli adolescenti che, in fondo in fondo, potrebbero anche non avere una valenza elevata, le vere oscenità stanno nei dilaganti apostrofi per nomi maschili (il classico dei classici: “un'altro”), i qual'è, i pò, fino alle H che abbandonano le A quando si tratta della terza persona singolare del verbo avere al presente e le ritrovano quando invece si tratterebbe di semplici preposizioni!
Il colmo è, poi, vedere gente sfoggiare la sua erudizione condividendo aforismi e frasi storiche, a volte addirittura in lingua straniera, per esprimere concetti profondi, per poi rivelare disastrosamente la propria incompetenza, che rasenta l'analfabetismo, quando si tratta di scrivere in autonomia due parole in croce.
Infine, inoltrandosi nel campo, ai più sconosciuto, del congiuntivo e del condizionale, troviamo veri e propri capolavori, asinerie inenarrabili, vere e proprie eresie della lingua che fu di grandi poeti e oggi viene bistrattata costantemente a suon di castronerie scritte in completa libertà.
Inutile parlare di accenti e punteggiatura perché per tanti sarebbe fantascienza.
A quanti siano ancora convinti che qualcosa possa esser fatto in aiuto della nostra lingua, chiedo collaborazione. Salviamo l'italiano!
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